martedì 6 marzo 2007

Precarietà


Oggi pomeriggio sono stata intervistata telefonicamente da un giornalista di Rai Tre riguardo le difficoltà dei ragazzi italiani a trovare un lavoro stabile, in vista di un'inchiesta che verte proprio su quest'argomento (W L'Italia live in onda a giugno). Ho avuto la possibilità, finalmente, di far sentire la mia voce sulla precarietà in cui noi giovani siciliani viviamo. Ho parlato chiaramente del sistema delle raccomandazioni, del lavoro nero tutta la vita e della mancanza di prospettive concrete. Essendomi da poco laureata mi sto piano piano rendendo conto di cosa significhi "vagare" alla ricerca di un'occupazione. Tra poco comincerò uno stage retribuito per 400 euro lordi part-time a Palermo. Non è molto, ma è pur sempre un inizio. Ma posso concepire qualche anno di gavetta, non tutta la vita. Perchè oggi non è sempre possibile scegliere una professione, bisogna sapere rinunciare alle proprie aspirazioni. Io comunque vado avanti, e non mi arrendo.

6 commenti:

L'Ingegnere pentito ha detto...

Ciao, innanzittutto complimenti per il blog. E' direi alquanto particolare che sia io che te scriviamo dei blog con gli stessi scopi.

Io l'ho scritto non tanto perchè non ho lavoro..ce l'ho ed ho già cinque anni d'esperienza. Le tue lamentele sono più giustificate delle mie :).

Però quello che voglio criticare è il fatto del "che lavoro" una va a fare. Non credo sia un problema solo italiano..ormai un pò dappertutto tutti si laureano, ed è ovvio che i posti sono sempre quelli di prima..anzi forse sono di meno.
Il mio blog vuole essere una provocazione. Anche contro i laureati stessi che pensano di poter fare i manager grazie al pezzo di carta.

Grazie per la condivisione d'intenti :) e in bocca al lupo..

GiovaneLaureata ha detto...

Condivido pienamente quello che hai scritto, ormai la laurea vale poco più che un diploma e il problema non è tanto lavorare,ma guadagnare decentemente per cercare di progettare il proprio futuro. A volte penso che gli anni spesi a studiare potevo impiegarli per imparare una qualsiasi professione o mestiere: la mia laurea ha lo svantaggio di essere troppo generica e vaga...la "comunicatrice" non è mica una professione.

L'Ingegnere pentito ha detto...

da una parte dò ragione a Vincenzo nel mio blog: c'è troppa gente in certe facoltà. Anche in Scienze della Comunicazione, sembra che tutto il mondo sia giornalista..e moltissimi non sanno neppure cosa succede in Italia..detto questo rimane vero che se continuavo a fare il perito, forse oggi avevo già un bel progetto di vita..

GiovaneLaureata ha detto...

Almeno tu hai la fortuna di essere ingegnere, tanto di cappello. La mia laurea è veramente troppo inflazionata, a saperlo prima, avrei fatto certamente una scelta diversa.

Mr. Turbo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Mr. Turbo ha detto...

Ciao ragazzi, il caso ha voluto che anch'io conducessi un blog con gli stessi scopi dei vostri.
Sono anch'io ingegnere,ma questo ormai non è un merito,ma una colpa:-)
Quando mi sono laurato, nel lontano 2003, la situazione era un po piu accettabile di ora. Si lavorava solo a co.co.pro. ,ma almeno si lavorava. Sono andato avanti con questi "contrattini" per ben due anni poi di colpo basta: troppi ingegneri in giro, troppa concorrenza. Non c'era più lavoro disponibile.
Adesso ho fatto anche un Master,ma la situazione è talmente grave che nonostante le maggiori esperienze e le maggiori competenze ho più difficoltà di prima a trovare lavoro.
Non so più cosa fare. Probabilmente andrò all'estero come tutti gli altri.. però è un peccato...